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Il risveglio dall’illusione e il Percorso di Ricerca

Il risveglio dall’illusione e il Percorso di Ricerca

Se stai leggendo queste parole è perché sei alla ricerca di qualcosa.

Sei qui ora probabilmente perché stavi cercando informazioni su alcuni argomenti o perché parlando con un conoscente sei stato indirizzato qui.

Non importa come sei arrivato, l’importante è come agirai dopo aver terminato questa lettura.

È possibile che questo tuo cercare derivi da una certa insoddisfazione che la società in cui viviamo non riesce a colmare.

Anche se studi, ti applichi, acquisisci, discuti con altri… l’insoddisfazione sembra non placarsi.

Potresti immaginare che questa situazione sia un po’ così: hai sete, ti guardi attorno e ti accorgi che la pioggia è copiosa attorno a te, hai un vaso che puoi usare per raccogliere l’acqua, lo lasci all’aperto in modo che goccia dopo goccia si possa riempire. 

Ora se tu ti accontenti di guardare il vaso che si riempie stai facendo sicuramente un’operazione corretta ma in qualche modo incompleta, più si riempie più la tua sete aumenta perché effettivamente manca un semplice passaggio: bere.

Da questa metafora sorgono alcune domande:

  • Perché mi dimentico di bere? Sembra così ovvio
  • Servirà davvero raccogliere tutto in un vaso prima di bere o c’è un’altro modo?
  • Perché esiste questa sete, da dove arriva e che senso ha?

Ecco potrebbe essere che tutta questa situazione sia causata dalla cultura contemporanea che non crea la Sete ma ci confonde un po’ le idee su che cos’è e che cosa bisogna fare per dissetarsi.

Hai presente quando alla sera ti viene fame, in realtà hai fatto da poco la cena quindi ti sembra impossibile eppure senti questo stimolo! Poi riflettendoci ti accorgi che mangi forse perché sei stressato o forse perché ti sentì un po’ solo, ecco quella fame quindi non era proprio fame ma noi ci confondiamo, la nostra mente “mente” e pensiamo di avere fame quando in realtà cerchiamo altro.

Se ti guardi attorno (e anche un po’ dentro di te) sembra esserci nella nostra società un’incolmabile insoddisfazione generale che porta all’accumulo sfrenato di beni (più soldi, casa più grande, più vestiti, più oggetti), relazioni (voglio più amici/like/follower possibili), informazioni (voglio essere aggiornato all’istante, cerco le notifiche nel telefono anche quando non è arrivato nulla, leggo mille libri e poi altri mille).

Questa situazione potrebbe essere diretta conseguenza dell’esempio del vaso, siamo  prigionieri della nostra confusione mentale che ci fa riempire il vaso invece che farci bere.

Potresti dire a questo punto “ma io so come si fa a bere”, certo nell’esempio del vaso è ovvio come fare per placare la sete.

Tuttavia quando guardiamo al problema dei beni, delle relazioni e delle informazioni la cosa non è piu tanto ovvia, per placare l’avidità su tutti questi livelli conosci una strada ben chiara?

L’unica cosa che ti è concessa dal sistema in cui viviamo, che ti sembra tutto sommato logica è migliorare la tua situazione attuale, con quello che hai a disposizione.

Silvano Agosti, regista e scrittore italiano, dipinge la nostra situazione in questo modo: abbiamo così tanta paura di quello che c’è fuori che ci siamo abituati a vivere in “scatole”. Ho una scatola che chiamo casa e ci vivo dentro, ho una scatola che che chiamo lavoro e ci passo dentro 1/3 della mia vita, ho una scatola che chiamo macchina che mi porta dalla prima alla seconda scatola e ritorno… vedi quanto è strana questa situazione vista dall’esterno?

Queste scatole sono un po’ delle piccole prigioni, però le sentì tue e fino a ché non esci dalla confusione non puoi fare altro che mettere dei fiori sulle sbarre della finestra della tua stessa cella, magari ingrandirla un po’ se ti è concesso ed andare a trovare i tuoi amici nella cella a fianco.

Sembra strano ma se ci pensi bene la situazione sembra essere proprio questa.

Se nella tua ricerca hai avuto occasione di leggere qualcosa dei grandi filosofi del passato forse troverai un’analogia tra quanto appena detto e la storia della Caverna di Platone.

Fuori c’è il Sole ma le mura sono troppo alte per vederlo, tu non ne sei certo perché non l’hai mai visto e non è scontato farsi la domanda “da dove viene tutta questa luce?”…

Nel frattempo che vivi questo genere di vita passano le Lune e ad ogni ciclo la consapevolezza che la cella non può essere tutto quello che c’è si fa strada sempre con più veemenza.

Inoltre inizia a maturare una consapevolezza su quello che vedi e sentì attorno a te, ogni uno di noi sembra avere un’esperienza molto diversa dall’altro, a volte contraria, anche nelle cose più banali:

Serata primaverile, sei in piazza a fare una passeggiata, e il tuo partner ti dice “io ho freddo, rientriamo” e tu pensi “strano, io invece ho caldo”, ti guardi attorno e vedi decine di persone vestite nei modi più disparati, maglioni, camicie, magliette maniche corte, berretti di lana e chi più ne ha più ne metta.

Ma quindi fa freddo o no? 🙂

Probabilmente hai notato che i sensi fisici sono spesso imprecisi e soprattutto sono soggettivi quindi creano per ogni uno di noi “un mondo a parte” che altre persone attorno a te potrebbero vedere addirittura come un’illusione.

Ma se i sensi sono quindi imprecisi e suggestionabili, anche la prigionia di cui parlavamo prima è un’illusione?

E la Sete?

Ecco ad un certo punto nella tua vita inizi un cammino cercando dei segnali attorno a te che possano indicarti una direzione da seguire per capire se questa prigionia esista davvero. 

“Dopotutto non sarò mica il primo che si chiede se fuori dalla cella c’è qualcosa no?”

Se sei arrivato qui, quindi, è perché i segnali ti hanno guidato fino a qui.

Come faccio a svegliarmi dall’illusione?

Un primo passo è il Metodo Silva, scarica la meditazione gratuita e scopri le prossime date dei corsi dal vivo: https://www.metodosilva.it/calendario/  
Immagine di tawatchai07 su Freepik
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